Il Prosecco in “nazionale”. Grazie a Antonio Carpenè
Marca Trevigiana “terra di eccellenze”, soprattutto in ambito enologico. Da sempre Territorio vocato alla coltivazione della vite, in questo angolo del Veneto si è scritta la storia di un vino dalle peculiarità uniche, già conosciuto ed apprezzato duemila anni orsono così come risulta dalle scritture di di Plinio Il Vecchio come “eccellentissimo”.
Un vino che ha segnato la strada a quello che oggi conosciamo come il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore D.O.C.G., di fatto entrato per la prima volta in modo ufficiale nel panorama enologico nazionale grazie ad Antonio Carpenè, capostipite della dinastia più longeva della Spumantistica Italiana, oggi giunta alla sesta generazione, che molto ha dato per lo sviluppo di questa produzione sul Territorio e molto sta continuando a dare attraverso le generazioni che ne hanno raccolto l’eredità nel tempo.
Dall’introduzione sul mercato del primo “Champagne Italiano” all’iscrizione per la prima volta in etichetta del nome di un vitigno, dalla messa a punto di un metodo di spumantizzazione ad hoc – che ne valorizzasse al massimo le caratteristiche – fino alla proiezione del Prosecco sui mercati internazionali ed alle determinazioni strategiche che destagionalizzano l’immagine di un prodotto, generalmente celebrativa, proponendo un consumo più easy e vicino ai nuovi stili di consumo. Una storia iniziata nel 1868 che porta un nome ben preciso: quello della Famiglia Carpenè e di una Cantina che oggi – con la Quinta Generazione al timone – continua a rivestire un ruolo di primo piano nel panorama enologico internazionale.
Oltre il 55% della produzione, infatti, varca i confini per raggiungere circa 60 paesi in tutti e cinque i continenti, compresi quelli dell’area BRICS, in cui la presenza del Marchio si sta evolvendo con percentuali a due cifre. La nuova strategia aziendale consumer oriented e la recente riacquisizione del controllo della distribuzione del mercato interno e di quelli esteri più maturi come la Germania, stigmatizza l’intenzione dell’Azienda di avviare un più attento monitoraggio del trend per poter rispondere in real time alle esigenze del mercato.
Con l’adozione di siffatte determinazioni, ciò che intende valorizzare l’attuale indirizzo strategico della Carpenè è altresì quel forte legame con il Territorio di appartenenza, che ne costituisce un plusvalore soprattutto se inquadrato come parte integrante del successo costruito negli anni. Un legame da sempre testimoniato dall’impegno che la Famiglia investe nello sviluppo e nella valorizzazione non solo del Prosecco – di cui è leader – ma della vitivinicoltura tutta, il cui esempio concreto è la fondazione nel 1876 della Prima Scuola Enologica d’Italia ad opera del capostipite Antonio Carpenè e di Giovanni Battista Cerletti.
Un’altra eccellenza del Territorio dunque, che nel 2016 ha festeggiato i suoi primi 140 anni con un focus a livello europeo sul lavoro fin qui svolto per la valorizzazione della vitivinicoltura dalle realtà formative europee più storiche, fondate negli stessi anni. Un appuntamento che enfatizza ancora di più la centralità di Conegliano nel panorama enologico internazionale – soprattutto perché giunge nell’anno in cui essa è nominata Città Europea del Vino – e che si è concluso con l’annuncio dell’istituzione di una Borsa di Studio Internazionale promossa simbolicamente dalla neonata VI generazione Carpenè, che sarà attribuita ad uno studente dell’Istituto Cerletti come segno di continuità nell’impegno da sempre profuso dalla Famiglia verso la Scuola Enologica.